Una scansia con circa un centinaio di libri, di autori vari, è presente presso la casina bianca del Comitato cittadino sulla piazzetta del lungomare.
I libri sono a disposizione di tutti coloro che desiderano leggere. Il concetto è prendimi, leggimi e riportami così qualcun altro potrà fare lo stesso. Speriamo di aver fatto cosa grata a residenti e turisti in visita a Lido di Dante.
Per via della nidificazione del fratino tutto il percorso è stato chiuso
fino al 15 luglio 2020
Orari PRE Corona Virus:
-dal 1° marzo al 15 luglio solo visite guidate a piedi: martedì, venerdì, sabato e festivi -dal 16 luglio al 28 febbraio transito a piedi o in bici: martedì, venerdì, sabato e festivi, esclusivamente lungo l’itinerario ciclopedonale (eccetto visite guidate con itinerario più ampio), fino alla torretta di avvistamento posta alla foce del fiume Bevano. Dalle ore 8 alle 20, da luglio a settembre compresi; dalle ore 9 alle 17, da ottobre a febbraio compresi.
La passerella appena realizzata è disponibile solo per visite guidate che si possono richiedere presso l’apposito ufficio a Punta Marina. Chi supera le indicazioni poste in essere è passibile di ammenda.
RICERCHE STORICHE Come nasce Lido di Dante?
E perché si chiama in questo modo?
Abbiamo cercato di ricostruire la sua storia anche se per la verità è molto difficile perché rimangono poche testimonianze. In un vecchio libro che tratta dei semafori e fanali disposti sulla costa romagnola c’è rimasta una piccola traccia. C’era un semaforo, così lo chiamavano, era un faro in effetti, ma anche una postazione di avvistamento con scopi militari. Ebbe rilevanza strategica durante il primo conflitto mondiale per la vicinanza con l’ importante fortificate base aeronavale di Pola città istriana della Croazia dell’attuale Croazia. Nella Seconda guerra Mondiale fu utilizzato come postazione di avvistamento e utilizzato dalle truppe tedesche dalla fine del 1943 fino alla liberazione degli alleati dell’VIIIa armata inglese nel mese di novembre 1944. Era utile per avvistare navi nemiche o formazioni aeree che giungevano dal mare per poi raggiungere gli obiettivi nell’entroterra.
Nel periodo successivo la guerra, la struttura che non aveva più alcun scopo venne abbandonata ed iniziava così il suo degrado. L’intera località, isolata dalla città, era allo stato naturale e frequentata solo da pescatori che spiaggiavano le imbarcazione e vendevano il proprio pescato ai rivenditori di Ravenna. Siamo negli anni ‘50.
Il mare era a molti metri dal semaforo, i numerosi relitti insabbiati creavano una barriera che si riempiva via via di sabbia. In quel periodo si racconta che il mare fosse molto pescoso con molte varietà di pesce e i pescatori che provenivano dalle cittadine meridionali della costa romagnola per una decina di anni fecero del fiume la loro base, usando la sponda destra, dove costruivano i loro ripari con i resti dei canneti cucinando il pesce su bracieri improvvisati.
Immaginiamo che richiamassero i più avventurosi perché giungere fino in quel punto non era certamente semplice. Non vi erano all’epoca strade asfaltate, il luogo era completamente immerso nella natura, i sentieri che portavano al mare erano probabilmente un groviglio di vegetazione. La storia ci racconta che alla fine degli anni ‘50 dietro la costruzione in abbandono del semaforo vi fosse la presenza del Bar Flora, il primo fabbricato balneare di Fiume Uniti: così era conosciuta la località.
Presente in quegli anni anche il presidio della Guardia di Finanza che svolgeva un compito di controllo su un tratto di costa poco abitato dove si operava il contrabbando prevalente di sigarette.
Il Bar Flora, nella stagione balneare, la sera si trasformava in sala da ballo che attraeva inevitabilmente la gioventù locale proveniente in massima parte da Classe e Ravenna. Nonché da zone limitrofe. L’attrazione era fornita dalle turiste tedesche che frequentavano il vicino campeggio.
I resti del semaforo vennero definitamente abbattuti alla fine degli anni ‘60. Oramai il suo stato era un pericolo per tutti.
In quel periodo la località Fiume Uniti non era classificata dal Comune di Ravenna come centro abitato ma qualificato come case sparse. Poco più che un borgo con alcuna rilevanza fino a quando si racconta non avvenne un allagamento dell’intera area dovuta ad un repentino innalzamento del livello marino. Le cronache la ricordano come onda anomala.
Foto aerea 1966
Sta di fatto che tutto andò sott’acqua. Così il consiglio di zona, costituito dai pochi abitanti di Fiume Uniti si riunì e si mosse per far trasformare la località in frazione riconosciuta dal Comune con l’ottenimento di tutti i benefici che ne sarebbero derivati.
Il comune di Ravenna – sindaco Aristide Canosani – provvedeva alla delibera del Consiglio Comunale in data 1/6/1978 con attribuzione del toponimo di Lido di Dante – scelto dagli abitanti in modo plebiscitario – divenendo operativa il 21/8/1978.
Le strade della località che fino ad allora erano indicate come parallele o traverse alla Marabina (l’attuale strada che congiunge Ravenna alla località) presero le indicazioni suggerite (1982) dagli abitanti, nomi che compaiono nella Divina Commedia a ricordo di quanto Dante scrisse in proposito delle pinete ravennati (ec).
PERCORSI & ITINERARI
Numerosi e ricchi di fascino sono gli itinerari che si diramano da Lido di Dante, percorribili a piedi o in bicicletta sono immersi in scenari di rara bellezza naturalistica e paesaggistica.
Tutti i percorsi sono pianeggianti e privi di particolari difficoltà tecniche e quindi adatti anche a famiglie con bambini. Per i percorsi più lunghi è comunque necessario un discreto allenamento fisico, oltre che ad una buona scorta d’acqua. La mappa è puramente esemplificativa.
Punto di partenza 1: con orario e giorni permessi per il percorso. Non sempre è aperto. Si arriva con lo stradello alla foce del Bevano dove si può osservare lo sviluppo della foce da una torre di osservazione. Il luogo è spesso controllato dalle foze dell’ordine, le multe sono salate. Da qui si può proseguire lungo l’argine fino alla successiva torre al punto 3.
Punto di partenza 2: imboccare la strada asfalta a fianco l’entrata del campeggio FKK. Proseguire oltre la sbarra (percorso sempre diponibile) che delimita l’ingresso ai veicoli fino al n 3. Dirigendo verso il mare se il cancello è aperto si arriva fino alla torre. Proseguendo dal punto 3 verso destra si percorre un astrda non asfaltata finoa una biforcazione: tenere la destra per raggiungere un ponticello di legno. Ci sono indicazioni che indicano percorso a cavallo. Si supera il ponte e si prosegue mantendosi sul sentiero, percorso non perfettamente diritto. Si arriva alla prossima torre e si prosegue per raggiungere la strada non asfaltata (rettilneo) che porta verso la strada (in grigio) comunale. A destra per Lido di Classe , tirando diritto verso Milano marittima.
DISTANZE APPROSSIMATIVE CICLABILE LA TORRACCIA
Lunghezza percorso: A/R da Lido di Dante circa 10 Km
Il percorso parte lungo la strada che costeggia il Campeggio Classe e la campagna, per arrivare fino alla Torraccia passando per le carraie agricole che costeggiano i campi. Raggiunta la Torraccia si può tornare indietro per lo stesso percorso oppure proseguire dritto sino a raggiungere la Via Marabina. Qui, facendo attenzione alle macchine, si gira a sinistra e dopo circa 350 metri si imbocca sulla destra l’argine destro.
CICLABILE CA’ AIE
Lunghezza percorso: A/R da Lido di Dante circa 15,5 Km ( percorso attuabile se la pineta è aperta)
Il percorso parte dall’ingresso della pineta di Lido di Dante (ingresso del Parco del Delta del Po) e raggiunge la Ca’ Aie nel Parco pubblico Primo Maggio di Fosso Ghiaia sito all’interno della storica Pineta di Classe.
CICLO-PEDONALE IL NOSTRO DELTA
( percorso attivo solo con apertura pineta) Lunghezza percorso: A/R da Lido di Dante circa 9 Km Questo percorso parte dall’ingresso della pineta di Lido di Dante (ingresso del Parco del Delta del Po) e raggiunge la foce del Torrente Bevano attraversando tutta la pineta Ramazzotti che si sviluppa parallelamente al cordone dunoso costiero. La parte terminale di questo percorso, permette la vista delle dune costiere alla foce del torrente Bevano e di raggiungere la Torretta di Osservazione posta su via della Sacca, lungo la riva sinistra.
CICLABILE LA BEVANELLA Lunghezza percorso: A/R da Lido di Dante circa 20 Km ( percorso attuabile se la pineta è aperta) Questo percorso ricalca in parte la Ciclo pedonale “Il nostro Delta” fino alla Torretta di Osservazione. Da qui però si prosegue per altri circa 6 km fino al nuovo centro visite Parco del Delta del Po “La Bevanella”.
CICLABILE LIDO DI DANTE – CLASSE Lunghezza percorso: A/R da Lido di Dante circa 21,5 Km L’itinerario proposto parte da Lido di Dante in prossimità dell’area camper dalla quale seguendo l’argine si giunge al ponte di ferro (ponte Bailey) e lo si attraversa in direzione Lido Adriano. Subito dopo il ponte si gira a sinistra e si segue l’argine sinistro dei Fiumi Uniti sino all’altezza di Ponte Nuovo. Da qui prendendo il ponte ciclabile che attraversa i Fiumi Uniti si prosegue verso sud.